Introduzione
Il RITMO, come il canto e la danza, è una delle espressioni più antiche dell'uomo. Esigenza istintiva e naturale, il ritmo è passato gradualmente da una forma spontanea ed inconscia a schemi precisi assumendo un'importanza culturale di ordine sociale e religioso. Ciò vuol dire che ogni popolo della terra, in rapporto alla propria cultura ed esigenze, è riuscito a "catalogare" danze e canti accompagnati da ritmi appropriati secondo i vari riti e cerimonie evidenziando, così, il proprio modo di vivere e di essere. Con il progredire delle civiltà e per mezzo delle prime comunicazioni, sia pacifiche sia forzate (scambi commerciali, invasioni, colonie), molti popoli sono stati influenzati reciprocamente dalle diverse culture e, pur mantenendo le proprie caratteristiche e tradizioni, hanno attinto ed assimilato molte sfumature, ora dall'una ora dall'altra, rendendole parte integrante del proprio bagaglio spirituale ed umano. Come i costumi, le lingue e i dialetti hanno subito dei cambiamenti, così anche la musica (e di riflesso i ritmi) ha seguito lo stesso corso, in modo più accentuato in alcuni casi, e quasi impercettibile in altri. Quest'ultimo secolo ha visto progressi e cambiamenti molto veloci affiancati spesso dalla musica che, crescendo di pari passo, ne ha sottolineato, più di una volta, gli aspetti negativi e positivi determinando veri e propri generi musicali distinguibili, oltre che per la collocazione storica, per i contenuti musico-sociali. Il palco più attivo e dinamico, che riguarda i vari stili ed i ritmi che li rappresentano, è senz'altro quello americano dove, per l'influenza europea e per gli "spostamenti" del popolo africano (ricco di un bagaglio ritmico "senza fondo"), sono nati i ceppi musicali più significativi: l'Afro-Americano, l'Afro-Cubano e l'Afro-Brasiliano. Solo più avanti, negli anni 60 (ed in Europa), nasce quello Anglosassone con la musica Rock. Il primo riguarda i generi che si sviluppano negli U.S.A. come conseguenza della musica "nera" di New Orleans che, dando vita al Blues, genera le prime forme di Jazz che si ramificheranno, poi, in vari stili e denominazioni determinati dai luoghi, dai periodi e dalla natura dei musicisti: se bianchi o di colore. Il secondo concerne, invece, gli stili ritmico-musicali che si sviluppano a Cuba e nelle isole delle Antille in generale rappresentati dalla Rumba e dai molteplici ritmi da essa derivanti. Il terzo vede la musica brasiliana, nel suo complesso, che si identifica nel Samba, espressione e simbolo musicale nazionale. Non sono da sottovalutare le preesistenti presenze culturali locali e, tanto meno, l'influenza musicale europea che ha interessato tutta l'America, e, con espressioni ritmiche come il Valzer, la Polka, il Paso Doble (anche se in forme non incisive o poco percussive perchè provenienti dalla Musica Classica),e, con una forte realtà armonica, melodica e strumentale. Questa è una delle ragioni per la quale i ritmi Afro-Cubani e Sud-Americani che risentono principalmente l'influenza della colonizzazione spagnola, portoghese e francese sono chiamati anche Ritmi Latini.
La denominazione di un ritmo deriva quasi sempre da una danza o da un brano musicale composto in un preciso momento storico, oppure reso famoso da qualche "big" del momento che lo ha evidenziato, o portato alla luce, nelle proprie composizioni. Ciò determina, automaticamente, una collocazione storico-musicale che si riferisce al successo o al momento in cui si viene a conoscenza di una determinata opera e che segna, di conseguenza, l'inizio di un genere o di uno stile che però, il più delle volte, non nasce all'improvviso ma è il frutto di un processo evolutivo difficile da datare o etichettare. I ritmi proposti in questo contesto sono quelli che hanno segnato i punti salienti della musica di questo secolo e che rappresentano il fulcro di molti altri stili, passati e presenti, da essi derivanti. Alcuni di questi, come il Ragtime e il Dixieland, sono stati solo menzionati e non evidenziati (tranne quelli da ballo) in quanto esistenti prima dello Swing, periodo in cui non esistevano ritmi appropriati per la batteria ma accompagnamenti "universali" simili alla Polka. Successivamente tutti i generi antecedenti lo Swing, e che riguardano il Jazz, hanno adottato il suo ritmo. Un altro genere non rappresentato in questo contesto, ma menzionato nel corso dell'esposizione di alcuni ritmi, è la Salsa che, essendo ibrido, racchiude molte forme della musica Afro-Cubana, quindi, privo di una precisa identità ritmica. Ciò varrebbe anche per la Fusion ma, avendo la Salsa ritmi che la rappresentano, è stato necessario portare esempi che chiarissero, almeno in parte, il concetto di questo genere. I ritmi di questo libro sono esposti nel modo più semplice e naturale in modo da permettere una facile analisi della struttura di base che li caratterizza lasciando, così, all'esecutore la possibilità di abbellirli o di elaborarli secondo il proprio gusto e le proprie esperienze. Anche se alcuni di essi risultano uguali o simili come scrittura, si differenziano al momento del loro impiego che, secondo i generi, comporta una struttura diversa degli schemi degli altri strumenti (percussivi o armonici) che formano e completano una determinata "ritmica" generando, di conseguenza, un preciso effetto ritmico-sonoro.
Le loro velocità, consigliate per mezzo del metronomo, sono quelle più in uso o di maggiore effetto, ma, ciò non toglie che vi siano esecuzioni più lente o più veloci di quelle proposte.
Essendo questo un contesto prettamente ritmico, il linguaggio e le attenzioni si rivolgono ai Ritmi come interpreti principali della scena musicale tralasciando volutamente, o generalizzando, gli aspetti propri della Musica che, in altre occasioni, sarebbero giustamente primari ed indispensabili.